Lo smart working è una scelta

In un momento complesso e delicato come quello che stiamo vivendo, molti si stanno convertendo allo smart working, mentre per altri sembra un approccio irraggiungibile.
Già, perché lo smart working è una scelta.
La cultura dello smart working
Questo è un periodo storico che segnerà inevitabilmente le sorti della popolazione mondiale. Le abitudini quotidiane, le priorità e le necessità cambiano repentinamente in una situazione come quella che stiamo vivendo in questi giorni.
Le aziende oggi hanno la responsabilità di preservare la salute dei propri collaboratori, perché sono l’elemento fondamentale per il successo, o semplicemente per la sopravvivenza del proprio business.
Citando il nostro Paolo Melchiorre, lo smart working tanto discusso in questi giorni è “un’arte marziale”. È vero, per chi non è abituato a farlo. Si tratta di avere disciplina e organizzazione, ma anche gli strumenti giusti.
Ma questi sono i problemi pratici che chiunque può trovarsi ad affrontare quando fa questa scelta ed è, paradossalmente, il problema più facile da gestire.
Una cosa molto diversa invece è avere la cultura e la mentalità per comprenderne i benefici quando sei dall’altro lato, in una posizione manageriale. Quali sono?
- Per prima cosa i tuoi collaboratori potranno dormire mezz’ora in più. Questo si traduce in maggior riposo e quindi migliore condizione mentale per affrontare una giornata lavorativa.
- La possibilità di scelta rende le persone felici di decidere se andare in ufficio o no. La felicità porta buonumore nel team.
- Ci si può dedicare al lavoro senza dover affrontare gente stressata e in preda a un esaurimento nervoso sui mezzi pubblici.
- I collaboratori risparmiano sugli spostamenti e sui pranzi fuori.
- Chi ha famiglia, può dedicare la pausa pranzo ai propri cari.
In 20tab lavoriamo in questa modalità dal primo giorno di costituzione dell’atto. La modalità è quella della libera scelta.
Personalmente non sono molto disciplinato e preferisco spostarmi per lavorare in un ambiente diverso da quello casalingo, ma non posso non prendere in considerazione le necessità del nostro team.
Grazie ai miei soci e ai miei collaboratori questa cultura aziendale è ormai ben consolidata. Ognuno agisce in modo responsabile, e la fiducia che si è creata non ha prezzo.
Purtroppo ancora oggi vedo in giro aziende che obbligano i “dipendenti” ad andare in ufficio perché non si fidano delle loro buone intenzioni. Questo porta sconforto, rabbia e frustrazione ai lavoratori che, oltre alla difficoltà reale del momento, devono affrontare un “CAPO” che dà gli ordini.
Spero vivamente che, dopo questa esperienza da coronavirus, le aziende capiscano quanto è importante rendere soddisfatti i propri collaboratori.
[BONUS] Qualche strumento utile
Vorrei concludere questo articolo elencando alcuni strumenti che ci aiutano a lavorare in team da remoto:
- Slack per le comunicazioni via chat, lo scambio di informazioni sui progetti, la creazione dei canali necessari per ogni gruppo di persone;
- Meet di Gsuite: le videoconferenze le facciamo praticamente ogni volta che serve parlarsi.
- Il calendario sincronizzato, che ci permette di capire subito chi è presente e chi no.
- Trello o Taiga, per la gestione di Kanban e dei progetti.
E ora, buon smart working!