Liberating Structures: come le abbiamo usate nel nostro brainstorming

In 20tab abbiamo aperto l’anno con un mega-brainstorming che ha coinvolto l’intero team: per confrontarci sulla situazione attuale e sui progetti futuri, abbiamo utilizzato le Liberating Structures.
Ti raccontiamo com’è andata e cosa abbiamo imparato.
Cosa sono le Liberating Structures?
Si tratta di 33 esercizi, strutture - appunto - alternative, nati dagli studi di Henri Lipmanowicz e Keith McCandless, con lo scopo di facilitare incontri e conversazioni.
Tradizionalmente nelle aziende si utilizzano le presentazioni, i report, i brainstorming generici, ma tutte queste strutture convenzionali hanno dei contro: o sono troppo restrittive, e non lasciano spazio a nuovi punti di vista, o sono troppo “aperte”, quindi creano disorientamento nelle persone coinvolte.
Questo stato di cose viene rappresentato molto bene nel testo “The Surprising Power of Liberating Structures”.
Gli autori partono da un assunto:
Unwittingly, the conventional structures used to organize how people routinely work together stifle inclusion and engagement.
E proprio su questo fanno leva, invece, le liberating structures: sono progettate per ottenere un controllo “distribuito”, per includere un numero più ampio di persone nella discussione di problemi e soluzioni.
Liberating Structures introduce tiny shifts in the way we meet, plan, decide and relate to one another. They put the innovative power once reserved for experts only in hands of everyone.
Grazie a questi esercizi, si lavora su:
- inclusione
- innovazione
- partecipazione
- team building
- creatività
- obiettivi
- chiarezza
- confronto
Insomma, tutto ciò che serve per far crescere e per consolidare un team.
Non è necessario essere un facilitatore per mettere in pratica queste tecniche: sono molto semplici e chiunque può guidarle e sperimentarle all’interno del proprio gruppo. Come abbiamo fatto noi.
Il nostro brainstorming a base di Liberating Structures
Un pub. Divani, chitarre elettriche, dischi, cibo e caffè. Il team di 20tab si è ritrovato in un ambiente insolito per una riunione tradizionale, ma perfetto per questo brainstorming.
Tredici persone in un contesto non lavorativo, comode e rilassate che lavorano con la mente libera e aperta. Un facilitatore, il nostro Raffaele Colace, che ha condotto i giochi e accompagnato tutti i componenti del gruppo in questo viaggio creativo, con una metodologia nuova e stimolante.
Il nostro brainstorming è partito dalla situazione attuale e puntava a trovare soluzioni per eventuali criticità, oltre che a segnare la rotta per il 2020.
Abbiamo utilizzato 3 delle Liberating Structures: ecco quali.
1. User Experience Fishbowl
Siamo partiti da qui. Un esercizio che prevede un design a forma di acquario, con un sottoinsieme di persone al centro e tutte le altre intorno: in questo esercizio si mescolano esperienza, informalità, confronto e comunicazione diretta.
- Si dispongono da 3 a 7 sedie in cerchio al centro di una stanza: tutte le altre sedie necessarie vanno intorno.
- Iniziano a conversare le persone al centro su una qualsiasi questione (legata ovviamente all’azienda) per un tempo che va dai 10 ai 25 minuti. Gli altri ascoltano e possono appuntare preoccupazioni e quesiti.
- Il cerchio esterno ha ora 4 minuti per formulare delle domande: se si è in tanti, anche discorrendo in microgruppi di 3-4 persone.
- A questo punto le domande arrivano al centro, che si apre all’interazione con tutti per ulteriori 10/25 minuti.
2. 1-2-4-All
Una volta venuti a galla i dubbi e le tematiche più sentite dal primo esercizio, si iniziano a formulare riflessioni e idee più strutturate.
E qui inizia venir fuori la creatività, in una struttura semplice, veloce e utilissima.
- Partecipano tutti, seduti e muniti di post-it, in una posizione adatta per lavorare poi in mini-gruppi.
- Su ogni questione, si inizia da un’autoriflessione: ognuno pensa per 1 minuto a una possibile soluzione o opportunità.
- Si passa poi a gruppi da 2, che discutono per 2 minuti le idee venute fuori da entrambi i componenti.
- A questo punto si diventa in 4, e per 4 minuti si tirano fuori le idee migliori, tenendo conto di somiglianze e differenze tra gli spunti emersi.
- Negli ultimi 5 minuti ogni gruppo espone la sua soluzione a tutti e se ne discute.
3. What, So What, Now What? (W³)
L’ultimo passaggio, dopo aver individuato i pensieri di ognuno sul problema e aver segnalato le idee migliori su quel tema, prevede di trovare soluzioni.
Per questo esercizio, si procede in una Scala dell’inferenza, per gradi.
- Ci si dispone in gruppi e si riprendono in mano le idee migliori venute fuori nello step precedente.
- Si discute partendo dal WHAT: i fatti, cosa è accaduto.
- Si passa al SO WHAT: quindi, cosa comporta questo fatto? Qual è il senso?
- Si conclude con NOW WHAT, evidenziando le azioni logiche da mettere in campo.
Alla conclusione dell’esercizio si avranno in mano idee realizzabili, quasi necessarie per risolvere una questione o migliorare alcuni aspetti.
Come si è concluso il nostro brainstorming?
Sarai curioso di sapere come è andata a finire la nostra riunione.
Be’, ognuno ha esposto il suo punto di vista e spiegato le sue intuizioni agli altri, che hanno ascoltato con interesse e facendosi un’opinione sul tema.
Abbiamo trovato delle soluzioni, abbiamo preso delle decisioni importanti e tutto questo lo scoprirai nel corso del 2020. Intanto, possiamo dirti che a conclusione della giornata ci siamo regalati un ottimo aperitivo, con altri collaboratori esterni e partner.
Il giusto finale per un brainstorming inclusivo, creativo e concreto.
Liberating Structures start with something so simple and essential as not to seem worth doing and end with something so powerful and profound that it hardly seems possible.